NON C’E’ PIU’ TEMPO

di Andreas Fernandez –

Anche per Trento e il Trentino non c’è più tempo. L’emergenza climatica incombe e sono davvero le ultime occasioni per agire e cambiare la direzione del nostro futuro. È arrivato il momento di provare a riparare il mondo, direbbe Alex Langer.
Negli scorsi mesi abbiamo sperimentato lo spavento che provoca una pandemia, con la nostra città deserta e l’angoscia di non sapere come uscirne. Qualcuno era convinto che avremmo capito che si può vivere bene con l’essenziale; tanti hanno dato spazio alla solidarietà e altri ancora speravano di tornare fra le vie del centro e avere aria pulita e una vita meno frenetica. Ma l’esercito a favore del consumo superfluo, che genera spreco e ingiustizia, è potentissimo rispetto alla forza di chi si impegna per un altro mondo possibile.


È ormai chiaro che il pensiero di un regime di vita diverso, più sobrio, è di nuovo sottomesso dall’ipocrisia di un eterno presente che “va come va”, basato sulla cultura consumistica dell’attuale mercato. Ciò che non è chiaro, invece, è il motivo per cui facciamo così tanta fatica a metterci in zucca che la pandemia di Covid-19
è un effetto della crisi climatica e ambientale, che ci minaccia da tanto tempo e che ci riserverà altri drammi.

Photo by Markus Distelrath on Pexels.com

C’è solo un modo per affrontare questa crisi e si chiama “conversione ecologica”, la quale rimanda al cambiamento degli stili di vita e al cambiamento interiore delle persone, che non può essere imposto ma deve essere socialmente desiderabile. Ce lo diceva Langer più di un quarto di secolo fa, lo ha ribadito Bergoglio con la Laudato si’, documento di ecologia integrale di grande valore, che proprio in questi giorni compie cinque anni. E allora, perché non far partire la conversione ecologica qui, in Trentino, con concretezza. Nell’ultimo periodo non siamo stati propriamente un modello da seguire, come eravamo abituati ad esserlo con umile orgoglio; l’eufemismo dice che la nostra Autonomia abbia un po’ segnato il
passo. Diamole nuovo smalto e rialziamoci con un’utopia concreta!


In autunno – non si sa ancora quando – si voterà nei più grandi centri del Trentino. Perché non impegnare la politica locale a un vero progetto di conversione ecologica? Affinché sia un progetto praticabile, ma al
tempo stesso radicalmente alternativo allo stato di cose esistente, i processi vanno accompagnati a tutti i livelli. I nuovi o riconfermati sindaci potrebbero, ad esempio, prevedere nei loro comuni gli “Assessorati alla conversione ecologica”, con la fondamentale funzione trasversale di incentivare, supervisionare e verificare che i processi siano ecologicamente i più sostenibili, anche nelle attività degli altri assessorati. A cascata, questo modo di fare le cose, potrebbe essere implementato nelle altre istituzioni, nelle aziende, nelle organizzazioni del Terzo settore e così via; dove si potrebbero creare in modo atonomo piccole
commissioni o gruppi di lavoro che si propongono esclusivamente l’obiettivo di attivare pratiche di conversione ecologica, concrete e misurabili come: risparmio di energia, riduzione degli sprechi, riutilizzo e riciclo dei materiali, utilizzo di prodotti di origine naturale etc. Dalla società civile sono già arrivati segnali
incoraggianti, come le 14.980 firme raccolte per trasformare la nostra intera Provincia in un Biodistretto.

Pubblicato su l’Adige di domenica 21 giugno 2020

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